Niente più conti in rosso per Ungaro. «Il prossimo anno», ha detto Riccardo Adamo, amministratore delegato della società, «chiuderemo il bilancio a break even operativo con un fatturato diretto di circa 30 milioni di euro comprensivo delle royalties, mentre il valore retail della marca è stimato sui 125 milioni di euro. Per il 2003 i ricavi complessivi sono previsti in crescita del 12%».
Dopo aver dato nuovo slancio al prodotto a seguito dell'arrivo di Giambattista Valli, la casa di moda ha provveduto a risistemare la rete distributiva, soprattutto negli Stati Uniti, dove il marchio era presente in passato nei grandi magazzini con la linea Emanuel prodotta dal Gft. «Negli Usa», ha proseguito Adamo, «siamo rientrati in tutti i grandi department store da Bergdorf Goodman a Neiman Marcus e Saks Fifth avenue, mentre prima eravamo rimasti solo da Neiman. Anche in Italia siamo cresciuti passando da 13-14 clienti a 60».
Sul fronte retail la griffe di avenue Montaigne ha appena aperto una boutique monomarca a Mosca in Stoleshnikov pereulok. Partner di Ungaro sulla piazza moscovita è Crocus, la società guidata da Aras Agalarov che in questi giorni ha aperto Crocus city mall, il primo shopping center russo di alto livello ispirato alle tipologie distributive tipiche americane. E anche a Crocus city sarà aperta un'altra boutique monomarca Ungaro nel 2003