Ha ancora il suo bel daffare Riccardo Adamo, direttore generale della Ungaro, nel portare avanti la strategia di rilancio della maison parigina che fa capo al gruppo Ferragamo. Ed è altrettanto impegnato a risanare i conti della società. «Chiudiamo quest'anno con una perdita del 7% sul fatturato rispetto al 13% dello scorso anno, fa sapere il direttore generale. Stimiamo di andare in pareggio operativo nel 2003 e di tornare in utile nel 2004. In questi ultimi due anni i conti hanno risentito del fatto che abbiamo eliminato delle licenze produttive e abbiamo pesantemente investito nel retail».
I ricavi del 2002 sono in linea con quelli dell'anno precedente con un fatturato consolidato di 30 milioni di euro. Gli obiettivi della griffe sono comunque ambiziosi: portare nel 2005 il fatturato a 60 milioni di euro. Molteplici i di attività: lo sviluppo merceologico delle linee, le licenze e la distribuzione.
Intanto si moltiplicano le licenze. E' in via di definizione l'accordo sul fronte degli orologi, che sarà firmato poco prima di Natale, e l'intimo che verrà concluso in un paio di settimane. A quel punto le licenze saranno al completo insieme a quelle già esistenti con Mafrat per il bimbo, Luxottica per gli occhiali e Ferragamo per la pelletteria. Al timone dell'ufficio stile è sempre Giambattista Valli che da poco ha come braccio destro, per lo sviluppo del prodotto, Laura Gila che proviene dal gruppo Versace.