L'Italia resta uno dei mercati principali per il gruppo elvetico Swatch. Il binomio orologio svizzero-mercato italiano funziona e ora che si tratta di aggirare il rallentamento economico mondiale Swatch mette ancora in primo piano la Penisola. Il gruppo ha limitato i danni a livello mondiale, in termini di ricavi e utili, nella prima metà del 2002 e adesso vuole chiudere l'esercizio difendendo le posizioni.
I mercati su cui i marchi di Swatch sono ben conosciuti diventano ancor più decisivi. L'apertura, ieri, di un nuovo negozio Swatch in Via della Spiga, a Milano, che segue il varo
di un negozio Omega in via Montenapoleone, è un altro segnale della volontà di spingere
sull'acceleratore.Il gruppo dovrebbe aprire un'altra dozzina di punti di vendita in Italia entro fine 2003.
«In Europa le economie di Italia e Germania non vanno molto forte, dice Nick Hayek, numero due del gruppo che nei prossimi mesi diventerà numero uno, d'accordo con il padre Nicolas, ma per i nostri orologi questo effetto di rallentamento si è sentito poco. Devo dire anzi che in Italia le vendite in questi primi dieci mesi del 2002 sono andate decisamente bene, per tutti i nostri marchi».
In una fase difensiva come l'attuale, il tentativo di Swatch è quello di consolidare i marchi e di provare alcuni rilanci sui mercati migliori. La strategia di fondo resta comunque legata a un rafforzamento articolato in tutta la gamma dei marchi: medio-bassi, alti e di lusso.
Nella prima metà del 2002 il gruppo ha realizzato un giro d'affari complessivo di 1,9 miliardi di franchi (-3,9% su metà 2001) e un utile netto di 206 milioni di franchi (-13%).