«Il rallentamento dell'economia», ha detto nel report l'analista Ingrid Kukuljan, «la caduta delle borse e last but not least, i tragici eventi dell'11 settembre, hanno inciso. Non c'è ancora una luce in fondo al tunnel e la visibilità rimane bassa e si traduce in un sentiment negativo verso il settore». Passi da gigante sono attesi da Tod's. Il gruppo di calzature e accessori di Diego Della Valle dovrebbe proseguire quel circolo virtuoso che ha intrapreso dall'ipo del novembre 2000. «La società», dicono da Lazard, «ha superato le attese a ogni trimestre e inoltre è riuscita a battere il trend negativo del settore e a registrare incrementi a doppia cifra non solo nelle vendite ma anche nella redditività. In aggiunta, è la società del lusso più difensiva dato che non dipende molto dai ricavi del turismo e la maggioranza delle vendite sono ancora realizzate in Europa».
Per Bulgari invece è ancora presto per comprare, visti i deboli ricavi registrati dal comparto orologi. «Sebbene l'azienda abbia sottolineato che ha registrato una leggera ripresa», dicono gli analisti, «riteniamo che questo non sia ancora un indicatore affidabile di una tendenza, dato che i concessionari indipendenti di orologi (che rappresentano il 50% delle vendite di segnatempo) possono attendere fino a ottobre prima di fare gli ordini per Natale. Dall'altro lato, Bulgari ha lavorato bene riducendo la base di costi fissi, diventando più flessibile.
Riguardo a Benetton invece ci si attendono buone nuove soprattutto a seguito delle indiscrezioni che vedrebbero il gruppo veneto intenzionato a cedere la divisione attrezzature sportive». Bene anche Inditex, il colosso spagnolo che produce il marchio Zara (che rappresenta il 75% delle vendite). L'unico neo del gruppo riguarda le altre brand in portafoglio, che attualmente non hanno lo stesso successo di Zara e non operano allo stesso livello di efficienza.