Il futuro incerto si affronta con un cocktail strategico in quattro parti: controllo dei costi, razionalizzazione delle acquisizioni, sviluppo nei mercati emergenti e richiesta di una maggiore attenzione al settore da parte delle autorità competenti. è tempo di bilanci per la moda, dopo il periodo dorato del 2000 con la conseguente febbre di acquisizioni e il successivo peggioramento dello scenario globale. I big player del settore fashion internazionale hanno svelato le ricette di successo da seguire.
«La maggioranza delle acquisizioni ha distrutto valore», ha infatti spiegato Jacques Franck Dossin, direttore esecutivo dell'equity research luxury goods di Goldman Sachs. Per l'analista, che ha tracciato i nuovi scenari del settore lusso insieme al futurologo americano John Naisbitt e Innocenzo Cipolletta presidente di Marzotto, il settore ha impiegato capitali ingenti negli anni passati ma è diminuito il ritorno sul capitale. La politica di m&a che ha portato alla formazione di conglomerati multibrand ha modificato la struttura dei costi delle aziende, elevando la parte di costi fissi a scapito di quelli variabili. A ribadirlo, sottolineando un'orizzonte medio-lungo per la raccolta dei frutti dell'integrazione, sono stati manager del calibro di Patrizio Bertelli (Prada) e Domenico De Sole (Gucci). «Gli analisti si attendono una crescita continua e non c'è altra scelta che diventare una multibrand», ha spiegato De Sole, che ha posto l'accento sulla necessità di rispettare l'identità dei marchi all'interno di un gruppo.
Sui rischi della quotazione, si è pronunciato Diego Della Valle(Tod's): «Chi si appresta a mettere la sua azienda in Borsa, non deve cambiare di una virgola i programmi industriali futuri. Non bisogna mai perdere di vista la logica imprenditoriale che ha portato l'azienda al successo».
Tra borsa e finanza, nel dizionario deve essere inserita una nuova parola: etica, ovvero eseguire con passione il proprio lavoro. Lo ha spiegato lo stesso Giorgio Armani, «come creativo cerco di esprimere quello che ho dentro, da imprenditore mi sforzo per mantenere etica e sincerità. E questo nel tempo ha pagato». Gli ha fatto eco Elio Fiorucci. «La moda deve essere libera, deve proporre idee che interpretano il momento. E soprattutto deve lanciare stimoli e provocazioni che vadano ben oltre i vestiti».