Frederick Kempe è una delle colonne The Wall Street Journal Europe, di cui è direttore ed editore associato dal 1998 e, da luglio 2002, direttore europeo dell'edizione statunitense del giornale. Kempe, che sarà oggi a Milano per presentare il primo Milano Fashion Global Summit, organizzato da Class Editori e da The Wall Street Journal Europe, spiega lo scenario e le tendenze dell'industria internazionale del lusso osservata dal più importante quotidiano finanziario del mondo.
è solo una questione di stagnazione economica, o qualcosa è cambiato nel rapporto fra l'industria della moda e il consumatore?
‘’Credo che i consumatori stiano diventando più selettivi e prudenti nello loro spese, così come le aziende sono più attente con le spese non fisse, quali marketing e viaggi. Le aziende del lusso, però, hanno cominciato a reagire: alle sfilate di Milano, che si sono tenute il mese scorso, gli stilisti hanno presentato collezioni pensate per vendere al loro arrivo nei negozi, e non soltanto immaginate per suscitare impressione’’.
Come segue il Wall Street Journal l'evoluzione dei mercati della moda e del lusso?
‘’Abbiamo aumentato lo spazio dedicato a questi mercati e ampliato la copertura degli avvenimenti, che sono seguiti da un numero maggiore di giornalisti in Europa e negli Stati Uniti. Riteniamo che ci siano delle storie realmente interessanti, anche dal punto di vista economico’’.
Che ruolo può giocare il mercato dei capitali nel contesto attuale per i gruppi della moda? Ci sono ancora le condizioni perché favorisca la crescita delle aziende?
‘’La partecipazione al mercato dei capitali non ha soltanto favorito lo sviluppo delle imprese del lusso, ma le ha anche obbligate a una gestione più rigorosa e disciplinata dal punto di vista finanziario. Ci sono, tuttavia, ancora diversi operatori che potrebbero trarre beneficio ricorrendo al mercato, in un contesto economico più appropriato’’.