Migliaia di posti di lavoro a rischio per la moda salentina. L'allarme è di Sergio Adelchi. Il calzaturiero è morto. «Entro due anni i miei occupati scenderanno da 1600 a 600» , dice il patron del secondo calzaturificio dell'area salentina con due stabilimenti a Tricase (Lecce) ed uno nella vicina Specchia. Dietro la sua decisione non c'è solo la congiuntura sfavorevole. «Il processo è irreversibile, il ciclo si è completato», dice Adelchi.
Proprio per questo motivo Adelchi da tempo ha delocalizzato in Romania ,Bulgaria, Albania, Bangladesh dove ha trasferito la produzione della tomaia, lasciando le rifiniture agli stabilimenti salentini. La denuncia di Adelchi non riguarda solo il calzaturiero. «Parliamoci chiaro: l'Asia con i soldi americani ci sta facendo le scarpe, le cravatte ed i calzini».
«Il sistema non crolla, spiega Vincenzo Benisi, presidente della sezione tessile a abbigliamento di Lecce. Ci sono segnali forti sulla esigenza di ristrutturarsi e riconvertirsi e le nostre aziende sentono la responsabilità di darsi un assetto competitivo: sarà fatto, anche con il sostegno determinante delle istituzioni territoriali».