La moda bussa alla porta del Governo e rivendica un'attenzione adeguata. «è un settore di eccellenza del made in Italy ma non è stato fatto nulla per affrontare le difficoltà sui mercati», dice Vittorio Giulini, presidente di Sistema moda Italia. La Finanziaria è stata l'ultima delusione dopo una serie di attese deluse. L'associazione chiede un incontro al ministro Tremonti per spiegare «la situazione di gravissima crisi che sta colpendo il settore e che porterà, a breve, a tagli occupazionali ben superiori a quelli della Fiat che tanto colpiscono opinione pubblica e forze di Governo».
Ai responsabili delle Attività produttive si rimprovera un «assoluto disinteresse mentre si aggrava la crisi del settore». L'altra accusa è di avere interrotto sul nascere la ripresa dei lavori attorno al tavolo della moda senza attivare «specifici gruppi di lavoro su temi di vitale importanza». Una risposta è arrivata dalle Attività produttive, dal nuovo direttore del dipartimento Sviluppo e competitività, Massimo Goti, che incontrerà i vertici di Smi il 21 ottobre.
Giulini paventa un drastico calo dell'occupazione e per favorire lo sviluppo del sistema, frammentato tra migliaia di aziende, chiede di incoraggiare l'aggregazione. «Si potrebbe, dice prevedere la neutralità fiscale per le plusvalenze per le acquisizioni e fusioni che danno luogo a una filiera, per esempio quando un produttore tessile compra un confezionista, o viceversa».