Marzotto vuole concentrarsi sul core business, fashion e tessile, e per questo sta pensando di attuare una serie di dismissioni che vanno dall'immobiliare (per 60-70 milioni) alle centrali idroelettriche (30 milioni), passando per la quota dello 0,50% di Mediobanca. Il tutto mentre incombe sul gruppo di Valdagno un'Opas da parte della controllata Industrie Zignago.
A delineare questo scenario è stato il vice presidente ed amministratore delegato, Antonio Favrin, che ieri «dopo un periodo di assenza», è tornato a parlare con gli analisti finanziari. Per dire che la Marzotto intende focalizzarsi su Valentino (ancora in perdita nel 2002 ma in utile dal 2004, nonostante la politica di riduzione dei prezzi), Hugo Boss e Marlboro Classics, mentre non intende affatto privarsi del tessile <«che tornerà a generare cassa» come ha sempre fatto. Prendendo spunto dall'andamento dei primi nove mesi dell'anno nel corso dei quali il gruppo di Valdagno ha registrato un fatturato consolidato, a parità di perimetro, di 1.389 milioni di euro (-3,1%), Favrin ha stimato per fine anno, consolidando i 7 mesi di Valentino, un progresso del 3%. Quanto al 2002 il gruppo Marzotto si aspetta anche un Ebit pari al 7-8% del fatturato (10,5% nel 2001) e debiti per 630 milioni di euro, inclusi quelli per l'acquisizione di Valentino e i ricavi dalla vendita di asset non strategici entro dicembre (a fine 2001 era pari a 419 milioni, mentre era salito a 535 milioni con l'acquisto di Valentino).