Dal Libano (la Parigi del medioriente) al Kuwait, confinante dell'Iraq di Saddam Hussein, la moda occidentale è sempre più richiesta. Sono in crescita i creatori di moda che decidono di aprire un negozio e di sondare un mercato che unanimemente definiscono «interessante e pieno di prospettive, chiuso fino a qualche anno fa ma adesso decisamente interessato alla moda». Tra le prossime aperture di boutiques in Kuwait, al shopping center Villa Moda, ci sono Dolce a Gabbana, Roberto Cavalli, Boucheron e Dior.I negozi sono tutti in franchising, non è infatti possibile per uno straniero avere qualsiasi tipo di attività commerciale nei paesi arabi.
Il marchio Gucci è entrato nel paese nel 1998 con un negozio di 500 metri su tre piani a Kuwait City. La griffe è presente anche negli Emirati Arabi, a Jedda e a Beirut. Anche Bottega Veneta, Saint Laurent, Stella Me Cartney e Sergio Rossi hanno negozi in Kuwait.
Dolce & Gabbana nei paesi del Golfo ha un giro di affari che sfiora i sei milioni di euro. Per il fiorentino Roberto Cavalli il medio oriente rappresenta il 3% del fatturato globale. Cavalli ha tra le prossime aperture un negozio a Kuwait e uno a Dubai.
La pensa così anche Giovanni Castiglioni, amministratore delegato di Marni: «è un mercato in crescita». Per la casa di moda il cui fatturato è passato dai 25 milioni di euro del 2001 ai 40 di quest'anno le vendite in medio oriente hanno rappresentato il 5% del giro d'affari. Marni, oltre che a Villa Moda è presente a Tel Aviv, a Jedda e a Dubai.