L'ultimo imperatore. Un uomo tanto geniale quanto pratico, pronto a confrontarsi con i mille problemi che comporta la guida di un impero, pur ammettendo di non conoscere i programmi giornalieri. «Anche perché di questioni da risolvere se ne presenta una ogni cinque minuti: dal colore di un vestito a un partner in Asia. Fortuna vuole che sia un decisionista», dice Giorgio Armani.
A essere onesti, riuscire a giocare in prima persona su tanti tavoli (il Gruppo Armani, una delle aziende leader nel campo della moda a livello mondiale, fa infatti capo al suo fondatore al 99 e rotti per cento) non deve risultare facile: collezioni a parte, e in questo senso “bucare” è vietato, in squadra giocano oltre 4.300 dipendenti, con una presenza allargata a 34 Paesi a fronte di otto marchi, 54 boutique, 11 negozi Armani collezioni, 114 empori, 65 negozi A/X, nove Armani jeans, tre Armani junior, un Giorgio Armani accessori e sei Armani casa, tutti peraltro in ulteriore rapida crescita.
E per quanto riguarda il giro d'affari? Nel 2001 il fatturato ha toccato i 1.272 milioni di euro, oltre ai 1.590 derivanti dall'indotto, forte di una crescita del 23 per cento (e le cose stanno marciando davvero bene anche quest'anno), mentre l'utile netto consolidato si è attestato a quota 110 milioni nonostante i 307 (524 negli ultimi tre anni, tutti in autofinaziamento) sborsati in investimenti mese».