Ferré razionalizza le etichette e fa piazza pulita di tutte le seconde linee. Il progetto è stato illustrato ieri mattina dal cavalier Tonino Perna, presidente e amministratore delegato di It holding, nel corso di un incontro promosso da Merrill Lynch sul lusso. Le collezioni prima prodotte su licenza (come la Gieffeffe, la Studio e la Forma che erano realizzate da Marzotto) saranno cancellate o internalizzate. Obiettivo è quello d'internalizzare anche il fatturato prima realizzato da terzi.
Secondo le proiezioni di It holding nell'anno fiscale 2001 il giro d'affari wholesale della Gianfranco Ferré spa dovrebbe attestarsi intorno ai 230 milioni di euro, valore che corrisponde a circa 500 milioni di euro sulla base di un mark up retail pari a 2,5. In futuro rimarranno soltanto due etichette, la Gianfranco Ferré e la Ferré. «La prima collezione della nuova linea Ferré» , ha spiegato Perna, «debutterà a giugno 2003 durante Milano moda donna».
Sul versante distribuzione, il gruppo ha messo a punto un nuovo concept per le boutique monomarca che verrà applicato per la prima volta alla boutique Ferré di 500 metri quadrati che aprirà entro fine mese a Parigi. Un'altra boutique diretta è prevista a Capri, ma un grande progetto è in cantiere per Milano per marzo 2003 cui faranno seguito ristrutturazioni dei negozi di New York, Porto Cervo e Cannes. Entro il 2004 invece restyling per gli spazi di Los Angeles, Londra e Bal Harbour. Un 15 % della distribuzione sarà appannaggio della wholesale.
A livello di gruppo, la società di Isernia chiuderà il 2002 con un fatturato stimato di 680 milioni di euro con l'obiettivo di arrivare a un miliardo di euro nel 2005. «Quest' anno» , ha sottolineato Perna, «abbiamo registrato un incremento di fatturato di oltre il 25% (da 527 a 680 milioni di euro, ndr) nonostante il deconsolidamento di Husky e Romeo Gigli, oggi prodotti su licenza».