Li davano per scomparsi. Cancellati dall'avvento delle catene e dalla massiccia apertura dei monomarca delle griffe. Ma in Italia i negozi indipendenti sono vivi e vegeti: secondo AcNielsen Sita, questo canale rappresenta il 49,9% delle vendite al dettaglio (contro il 19% delle catene e il 12,7% della distribuzione organizzata). E, soprattutto nei multimarca del segmento lusso, viaggiano con incrementi del giro d'affari a doppia cifra, in assoluta controtendenza rispetto alla stabilità dei consumi generali di moda registrata nel primo semestre del 2002.
«E’ in crisi solo il prodotto povero, commerciale, dice Michele Giglio, 7 negozi a Palermo con l'insegna Giglio e con vendite in aumento del 18% nel gennaio-giugno. Noi proponiamo esclusivamente prime linee degli stilisti con una spiccata segmentazione tra uomo, donna e giovani. Certo i1 dettagliante non deve stare con le mani in mano, ma rinnovarsi e fornire servizi d'alta gamma: i miei negozi sono dello standard di via Montenapoleone».
Novità e assortimento sono le parole d'ordine per Giovina Moretti, mille metri quadrati in via della Spiga a Milano (che diventeranno presto 1.300 con l'inserimento del segmento bimbo) con l'insegna Gio Moretti, «il negozio multimarca più grande del quadrilatero della moda: ci siamo da trent'anni, ma non ci siamo mai fermati con ristrutturazioni, ampliamento del numero delle vetrine, servizi esclusivi. Infatti le vendite del primo semestre sono aumentate del 27% e anche settembre va a gonfie vele».