La scorsa settimana hanno chiamato i principali collaboratori a Roma, per due giorni e da tutto il mondo, per spiegare il nuovo corso di Fendi. Ma per questo appuntamento, il primo del genere in un gruppo riservato come quello della griffe romana, hanno scelto via Borgognone, cioè la sede storica dell'azienda fondata nel 1925. Un episodio che racchiude e definisce la Fendi nell'era Lvmh, il gruppo francese che oggi possiede il 69,9% del capitale, dopo aver rilevato le quote che erano di Prada e di Franca Formilli e figli. E che potrebbe crescere ancora se qualche altro membro della famiglia fondatrice avesse voglia di uscire. Ma in questo momento non esiston, dice l'amministratore delegato Giancarlo Di Risio, discussioni del genere in corso.
L'incontro di settimana scorsa a Roma rappresenta la nuova Fendi per più motivi. Intanto, l'idea di un confronto collettivo, costante in un gruppo come Lvmh che è solito mettere insieme i dirigenti anche di società controllate diverse, e anche con persone esterne, per favorire lo scambio. Poi, il management in prima fila, a sancire l'evoluzione della società, con il passaggio dal concetto di azienda di famiglia a quello di parte di un gruppo multinazionale. Ancora, l'internazionalizzazione, rappresentata dai collaboratori di ogni Paese che sono stati scelti in questi mesi. Infine, la sede storica della società.
«Oggi che il lusso non è più determinato dal solo potere di acquisto, dice Di Risio, abbiamo deciso di riportare Fendi al periodo in cui uno sapeva che quella determinata cosa potevi acquistarla solo a Roma, o a Londra, o a Parigi. Una scelta che permetterà la tenuta del marchio nel tempo. Come Chanel».
Dopo i 20 milioni di perdita di 2001, come si concluderà il 2002?
«Non abbiamo mai confermato 20 milioni di perdita… Comunque il 2002 sarà lo specchio del 2001».
Ci sarà il ritorno all'utile nel 2003?
« Ci sarà una inversione di rotta decisamente forte».
E' possibile indicare un obiettivo di fatturato? Per esempio, i 500 milioni di euro (oggi sono 265)?
«Arnault ha detto che intende fare di Fendi uno dei primi cinque marchi italiani. E, di conseguenza superare i 500 milioni di euro è un obiettivo».