Nel primo semestre del 2002 è andata a picco la produzione di tessile laniero e tessile serico, che hanno fatto i conti con una flessione in quantità superiore al 10 per cento. Ma nel terzo trimestre la tendenza al ribasso sembra affievolirsi: la previsione è di un calo del 4,5% per il tessile laniero e dello 0,8% per quello serico. Meno pesante il trend dell'industria dell'abbigliamento, della maglieria e della calzetteria, stimato in diminuzione dello 0,2% nel terzo trimestre, anche se il secondo trimestre ha stoppato la ripresina dei primi mesi del 2002.
Uno scenario tutt'altro che roseo: complessivamente, però, il sistema moda dovrebbe avere frenato la caduta produttiva dal -3,7% di metà anno al -1,1% previsto per fine settembre. I dati sono stati elaborati dall'area centro studi di Sistema moda Italia, l'associazione dei produttori del settore, in occasione del l'inaugurazione di Momi ModaMilano, la rassegna fieristica che si svolge in parziale contemporanea con le sfilate di Milano moda donna. Commenta Vittorio Giulini, presidente di Smi: «Anche se sono inguaribilmente ottimista, l'appuntamento con la ripresa è rimandato nel tempo e di entità modesta. I motivi principali sono due: la mancata tutela del grande pilastro del risparmio, componente fondamentale per la fiducia delle famiglie, e gli incentivi al settore auto, che per la seconda volta hanno sottratto risorse al tessile-moda. Ma va sottolineato che non ci sono alternative al modello di filiera made in Italy, sempre valido ed esportabile».
Secondo l'indagine congiunturale di Smi, i primi segnali sull'andamento della raccolta ordini della primavera-estate 2003, quella proposta in questi giorni nel capoluogo lombardo a compratori e stampa internazionale, «lasciano intravedere solo un lieve recupero per l'abbigliamento, grazie soprattutto alle fonti estere, mentre per l'industria tessile è più probabile che si assista solo a una frenata del calo». Più in dettaglio, le previsioni per il tessile laniero evidenziano diminuzioni dell'1,3% sul fronte interno e dello 0,7% nel portafoglio estero. Segno positivo, invece, per gli ordini di abbigliamento, maglieria e calzetteria: +1,4% in Italia e +1,9% all'estero.