Secondo un'analisi elaborata da Pambianco Strategie di Impresa, il fatturato delle nove aziende quotate che hanno già annunciato i dati, e quello di Armani e Prada che hanno diffuso la semestrale pur non essendolo, è aumentato nel periodo del 3,1% a 6,1 miliardi di euro. Ma, rileva l'analisi, «considerato che le semestrali incorporano ancora qualche consolidamento di fatturato di aziende acquisite, si può ipotizzare che nel gennaio-giugno 2002 sia stato registrato in realtà un calo netto dei ricavi». Chi è cresciuto di più nel giro d'affari, secondo Pambianco, sono It Holding (+26%), che inizia a consolidare la Gianfranco Ferrè, Finpart (+20%), peraltro in fase di ristrutturazione del debito e con nuovi soci sulla porta (tra cui la finanziaria libica Lafico), e Tod's (+14%), l'unico marchio non influenzato dalla mergermania. In contrazione l'Ebitda, il risultato operativo lordo (inclusi interessi, ammortamenti e svalutazioni), uno dei margini più importanti per la valutazione delle aziende quotate: complessivamente, per le 11 società analizzate è diminuito dal 15,1 al 13,9 per cento, archiviando il semestre a 856 milioni di euro.
Nell'analisi di Pambianco, l'Oscar del più elevato Ebitda in rapporto ai ricavi spetta a Csp (calze, collant e intimo), con il 37,7%, che lima addirittura all'insù il precedente margine; Tod's è secondo con il 22,6% (era il 21,2%), Armani e Luxottica con il 19,9 per cento ciascuno (rispettivamente contro il 18,8 e il 18,4%). E proprio il leader mondiale degli occhiali griffati è in testa nella graduatoria dell'utile netto (non diffuso nel primo semestre da Armani, Finpart e Prada) rispetto al fatturato: 12,2% (era l'11,9% nel gennaio-giugno 2001) rispetto al 7,6% di Tod's (era al 10,5%) e al 6,7% di Bulgari, che dimezza addirittura rispetto al 13,4% del primo semestre 2001. Sul fronte borsistico, l'analisi conclude che «oggi esiste una scarsa relazione tra i risultati gestionali e l'andamento del titolo».
Da inizio anno, comunque (e fino al 24 settembre), a subire la maggiore penalizzazione sul listino è stato il titolo Bulgari, in calo del 57,3 per cento. Seguono Tod's, con una flessione del 41,1%, e Finpart con -37,3 per cento. In ogni caso, non c'è neppure uno dei titoli italiani quotati che è riuscito a mettere a segno un seppur piccolo incremento nei primi nove mesi dell'anno. Per il futuro si vedrà. Solo martedì Jp Morgan, analizzando l'andamento dei beni di lusso e del retail di moda, ha confermato che «la nostra visione sul settore è neutrale nel breve termine, positiva nel lungo, anche se le prospettive di crescita per il retail moda sono significativamente minori di quelle dei beni di lusso».