Il gruppo Fendi ha iniziato ad investire nei negozi e a potenziare l'area delle calzature. A guidare la ristrutturazione della maison romana, è stato Gian Carlo Di Risio, operativo all'interno del gruppo da otto mesi, da quando il manager ha assunto la carica di amministratore delegato della griffe, controllata al 69,9% da Lvmh. Il 30,1 % è nelle mani delle sorelle Fendi, di cui solo due hanno un ruolo operativo nel gruppo: Carla che si occupa della comunicazione e Anna che fa da consulente nell'area dello styling.
«E' terminata in questi giorni la ristrutturazione aziendale partita lo scorso febbraio, commenta Di Risio. Oggi si apre un nuovo corso per Fendi. Abbiamo dotato l'azienda di una struttura ed un'organizzazione tali da poter cogliere tutte le opportunità di mercato e poter sviluppare i programmi ambiziosi che sono alla base dei nostri piani». Oggi i conti sono ancora in rosso. «Il 2002, anno della ristrutturazione, sarà in linea con i risultati del 2001».
No comment su quando è previsto il ritorno agli utili. Sta di fatto che adesso si sconta ancora la gestione a più mani del brand del biennio 2000-2001, quando ancora il gruppo era guidato da Patrizio Bertelli e Lvmh, che avevano il 51%, e dalla famiglia Fendi che aveva la rimanente quota. E la passata gestione non ha avuto grande successo visto che la maison ha chiuso il 2001 con 20 milioni di euro di perdita netta a fronte di 265 milioni di euro di ricavi consolidati e circa 200 milioni di euro di indebitamento. Certo la forte crisi congiunturale internazionale non facilita la risalita.
Attualmente la pelletteria occupa il 60% del fatturato. La restante parte è fatta dall'abbigliamento e dalle pellicce, mentre le scarpe sono ancora molto marginali. A medio-lungo termine la pelletteria continuerà a mantenere la sua quota, mentre le calzature arriveranno al 20% seguite da un 10% dell'abbigliamento a da un 10% delle pellicce.