Al via domani, fino a domenica, il Mipel, salone internazionale della pelletteria, giunto all'82esima edizione. I 18 mila metri quadrati netti di superficie della Fiera di Milano ospiteranno 376 espositori di cui 103 esteri.
La fase congiunturale dell'industria pellettiera italiana non è positiva, ‘Il 2002 è stato fino a oggi difficile per le nostre aziende’, ha affermato ieri a Milano Mauro Muzzolon, segretario generale dell'Aimpes, l'associazione nazionale di categoria, ‘se si riuscisse a limitare il calo complessivo del fatturato entro il 4%, sarebbe un buon risultato’.
I dati sull'export confermano la situazione negativa. Nei primi quattro mesi del 2002 il settore pellettiero italiano ha fatto segnare una diminuzione del 5,6% in valore rispetto allo stesso periodo del 2001.
L'ultima parte dell'anno dovrebbe ridimensionare il calo e questa edizione del Mipel potrebbe avere un ruolo importante in tal senso. Il mercato interno appare invece stabile: +0,2% nei primi sei mesi del 2002 per il volume di articoli di pelletteria acquistati dalle famiglie italiane rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Risultano in forte crescita, per contro, le importazioni: +27% in valore da gennaio ad aprile 2002. Preoccupa, anche in proiezione futura, la Cina. Ai primi di agosto, infatti, sono scadute le misure antidumping adottate dall'Unione europea nei confronti dei prodotti di pelletteria provenienti da quel paese.
L'Aimpes incontrerà proprio in occasione del Mipel le associazioni di categoria francese, spagnola e portoghese per spingere Bruxelles a ripristinarle o a chiedere maggiore reciprocità, facendo abbassare a Pechino i dazi all'ingresso. I pellettieri italiani sono peraltro preoccupati anche del caro prezzi, seguito all’introduzione dell’euro, che ha svantaggiato i produttori a favore della distribuzione. Anche la distribuzione è cambiata e viene sempre più favorito il punto vendita generalista a quello specializzato.