Più di 160 aziende impegnate nella produzione di tessuti per l'arredamento con un fatturato complessivo di 750 milioni di euro. è il distretto tessile lecchese che riunisce nove Comuni (sette in Provincia di Lecco, due in quella di Como) in cui operano 162 imprese di dimensioni piccolo e medie, che esportano il 60% della loro produzione, soprattutto negli Stati Uniti, in Germania e in Gran Bretagna.
Nella Brianza lecchese viene prodotta oltre la metà del tessuto d'arredamento italiano e le imprese si vantano di aver contribuito ad arredare alcuni tra i più lussuosi alberghi e navi del mondo. Inoltre, una quota della produzione (circa il 10%) è assorbita dal settore auto. Per far fronte alla concorrenza sui prezzi dei produttori asiatici (basti dire che tingere un chilo di filati in Turchia costa 2-3 euro, in Italia 20) il distretto lecchese deve puntare sull'innovazione e la qualità del prodotto. ‘’Le nostre imprese, spiega Filippo Mambretti, titolare dell'omonima tessitura di Rogeno (Lecco), riescono ad esportare ovunque, anche in Cina dove ci collochiamo nella fascia alta del mercato. Ma per mantenere le posizioni dobbiamo essere capaci di proporre prodotti sempre nuovi a di qualità».
Intanto, negli ultimi due esercizi, anche le imprese tessili lecchesi hanno dovuto confrontarsi con la contrazione della domanda sui mercati mondiali. «Lo scorso anno, nota Mambretti, il fatturato complessivo delle nostre aziende è calato del 10% rispetto al 2000. E pure quest'anno ci dovremmo assestare sugli stessi valori, anche se negli ultimi mesi si è notato qualche segnale di ripresa. Il calo nasce soprattutto da una contrazione della domanda estera,mentre in Italia siamo riusciti a mantenere i volumi». Un'altra difficoltà che devono affrontare le imprese del distretto tessile è la carenza di manodopera: figure come i tessitori a gli assistenti tessili sono pressoché assenti dal mercato. «Abbiamo anche provato a istituire dei corsi di formazione, spiega Mambretti, ma la risposta dei giovani non è stata sufficiente a soddisfare le necessità del mercato».