Fotografia di inizio estate: la Finpart di Gianluigi Facchini annuncia un piano di dismissioni nel settore della moda per contenere l'indebitamento che, in conseguenza dell'acquisizione della Cerruti (storico marchio appannato negli anni e bisognoso di rilancio), ha raggiunto i 400 milioni di euro circa. Fotografia di fine estate: la Finpart annuncia un aumento di capitale finalizzato a portare nelle casse 100 milioni di euro e di dismissioni se ne parla solo per Frette. Fotografia in borsa: dopo l'annuncio della ricapitalizzazione il titolo Finpart è salito di quasi il 10% circa in due giorni.
Per capire che cosa sia successo al gruppo negli ultimi tre mesi e cosa accadrà nel futuro bisogna ricominciare dall'inizio. Ovvero, proprio dall'annuncio del piano di dismissioni. A Facchini tutto si può dire, tranne che non sia un caparbio, un tenace combattente. E in tutta l'estate fra Porto Cervo, New York e via per le capitali della moda e della finanza ha cercato di tessere una tela con un disegno completamente opposto di quello che aveva ricamato nel comunicato ufficiale del piano di dismissioni. Ovvero, dismettere il meno possibile e avviare una serie di accordi per portare capitali freschi. Dalle dismissioni del settore sportswear si è passati a una visione più strategica: mantenere il più possibile, stringere alleanze operative. Ma Facchini ha potuto raggiungere l'obiettivo soprattutto grazie al via libera e all'appoggio delle banche. E questo con un rapporto di reciproca convenienza. Il mondo bancario, infatti, ha cercato in ogni modo di venire incontro allo squilibrio finanziario di Finpart.
Ridotto della metà il livello dell'indebitamento, Finpart può adesso tentare di ripartire come gruppo presente nella moda con tutti i marchi dello sport (inutilmente a inizio estate oggetto di trattative di vendita con vari fondi chiusi) e dell'alto di gamma (Cerruti e Maska) ma senza Frette. Perché per Frette è ormai in dirittura d'arrivo la trattativa con il fondo Opera. Al massimo entro un mese la cessione della griffe della casa dovrebbe uscire dal portafoglio della holding di partecipazioni.Resta da capire l'andamento del titolo in borsa. Vista la situazione dei mercati non è facile chiedere soldi in questo momento agli azionisti. E una reazione negativa era da mettere in conto. L'aumento di capitale è tuttavia coperto e garantito a livello di eventuale inoptato.