La borsa di Milano premia il titolo Marzotto e affonda quello della Zignago. Gli analisti si dichiarano un po' scettici in merito all'affaire. E il fashion system, che cosa pensa dell'operazione conclusa nei giorni scorsi dal gruppo di Valdagno? MFF ha chiesto un parere ad alcuni operatori di primo piano del settore moda. E il giudizio generale sembra essere più che positivo, con un plauso all'operazione condotta dal management veneto.
«Quello che leggo in questa operazione», ha spiegato Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della moda italiana, «è in realtà una ridefinizione, un riassetto più di tipo familiar-proprietario che di tipo strategico. Certo, è un'ottima operazione che serve per consolidare e definire meglio il perimetro del gruppo. Ma si tratta di una rilettura di un patto societario di famiglia. Il tutto riesce particolarmente bene perché è stato fatto con grande correttezza. Non riesco però a vedere questa operazione come una rivoluzione strategica», ha continuato, «perché i vertici sono e rimarranno gli stessi. Non leggo nessuna controindicazione, mi pare una buona cosa ma la vedo più come una corretta regolamentazione dei rapporti proprietari. Lo hanno fatto dopo aver rilevato Valentino e non prima. In ogni caso il mio giudizio è positivo».
Allineato sullo stesso fronte anche Renzo Rosso, numero uno del gruppo Diesel. A sostegno del binomio moda-vino è anche Marco Gobbetti, amministratore delegato di Moschino. «Moda e vino, come il design e il cibo, sono elementi che caratterizzano il made in Italy», ha spiegato, «l'importante è che tutti i diversi componenti siano posizionati allo stesso livello. Perché il successo di un'operazione di questo tipo dipende dal successo di ogni singolo fattore». La pensa allo stesso modo anche Francesco Trussardi, presidente e amministratore delegato della Trussardi spa.
«Marzotto è un'ottima azienda, la famiglia ha creduto nella società e ha dato un messaggio molto importante al mercato», ha detto Giovanni Burani, amministratore delegato della società quotata alla borsa di Milano. Pareri positivi arrivano anche da Carlo Rivetti, presidente di Sportswear company spa.
A favore dell'indipendenza stilistica si schiera Roberto Cavalli. «Sono contento che nasca una risposta tutta italiana al polo francese del lusso», ha detto lo stilista toscano, «l'aumento della competizione crea movimento, è stimolante. Ma io sono abituato a correre da solo, preferisco seguire la mia creatività e rimanere libero». Ed è schierato sul fronte dell'autonomia aziendale anche Giampaolo Tarabini, amministratore unico della Blufin spa.