Nel primo semestre dell'anno Pinault Priritemps-Redoute (Ppr) non ha brillato, ma ha resistito bene, guadagnando oltretutto delle importanti quote di mercato in tutti i principali business di interesse. Fatto sta che i primi sei mesi si chiudono con un utile netto in calo del 5,4% a quota 283 milioni di euro, rispetto ai 299,1 milioni di euro dell'analogo periodo dell'anno prima, su una cifra d'affari di 13,31 miliardi di euro, in diminuzione dell'1,5%, rispetto ai 13,51 miliardi del giugno 2001.
La tenuta, secondo il presidente Serge Weinberg, si spiega con l'azione condotta negli ultimi esercizi di riduzione dei costi di gestione, di miglioramento del mix e della diversificazione, sia geografica, sia delle attività che ha permesso di limitare i rischi al minimo. Non a caso Ppr ha deciso di puntare sui settori maggiormente redditizi (lusso e grande distribuzione ‘mirata’), cedendo quei business, come le vendite a distanza della controllata Guilbert (vendute alla statunitense Staples per 825 milioni di euro, con una plusvalenza di 300 milioni), che non offrono al momento sufficienti garanzie di sviluppo.
è dunque una nuova Ppr quella che ha presentato ieri Serge Weinberg: più efficiente, più dinamica, più snella e focalizzata oltre che sul lusso (Gucci) e sulla grande distribuzione (Printemps) anche su attività potenzialmente in crescita come Fnac e Conforama, ma anche come Finaref in campo finanziario-bancario-assicurativo.
Il presidente ha inoltre lasciato intendere che nei prossimi mesi potrebbe continuare la politica di cessione di attività non ritenute strategiche, in modo da concentrare gli sforzi sui business a più elevato valore aggiunto.