Dopo la pausa estiva, il mondo della moda si rimette in moto dalla Spagna. Ieri si è infatti chiusa a Madrid la 48a edizione della Semana internacional de la moda (Simm), manifestazione realizzata da Ifema (l'ente organizzatore delle fiere di Madrid composto da Comunità di Madrid, comune di Madrid, Camera di commercio e industria e Caja Madrid) che si propone come trampolino di lancio per il commercio del tessile abbigliamento. Presenti molte marche nazionali (Luis Civit, Cabotine, Yerse, Alba Conde), stilisti spagnoli (David Valls, Agatha Ruiz de la Prada, Devota y Lomba) e 99 brand italiani tra cui il gruppo Miroglio, Mariella Burani, Enrico Coveri, Rocco Barocco e Clips.
Un comparto, quello della moda, mare che negli ultimi tre anni aveva dimostrato una forte dinamicità (dal '99 al 2000 l'incremento della produzione era stato del 13,35% ma nel '01 il progresso del valore della produzione era stato solo del 4,16%). Un primo timido segnale di ripresa che dovrebbe confermare le stime elaborate dal Centro d'informazione tessile e della confezione (Cityc) relative all'anno in corso. Che indicano un incremento delle esportazioni dell'8%, anche se il dato di fatto prelude a un rallentamento dell'export dopo l'exploit registrato nel 2001 che aveva visto le esportazioni balzare in avanti del 14% a quota 6,252 miliardi di euro.
La frenata si è però verificata nel primo trimestre 2002, che ha visto l'export iberico salire soltanto di uno 0,9% da 1,516 a 1,530 miliardi di euro.
Nel 2002 anche le importazioni dovrebbero salire dell'8% a fronte di un valore della produzione in calo dello 0,8% a 14,678 miliardi di euro (-0,2% nel '01) e un peggioramento della bilancia commerciale con un saldo negativo per 2,392 miliardi di euro.