Dopo una pausa di quasi due anni e mezzo riprende dall'Eti, erede dell'Azienda Autonoma dei Monopoli e dal 2000 trasformato in spa, il cammino delle privatizzazioni made in Italy. In linea con le priorità indicate dal Dpef in materia di dismissioni (in diciotto mesi il Governo punta a rastrellare circa 20 miliardi di euro) il ministero dell'Economia ha pubblicato ieri su alcuni quotidiani il bando che fissa i paletti per la cessione dei tabacchi di Stato. Entro il 16 settembre, i candidati all'acquisto a trattativa diretta del 100% della società dovranno inviare a Via XX Settembre le proprie manifestazioni d'interesse per un'operazione dalla quale Giulio Tremonti si aspetta di ricavare, stando alle indiscrezioni, non meno di 1,4 miliardi di euro.
La società guidata da Maurizio Basile ha prodotto nei primi nove mesi del 2001 34 milioni di chilogrammi di sigarette (44,3 milioni nell'intero 2000) e 424.000 di sigari (440mila nel 2000). A dichiarare apertamente il proprio interesse per l'Eti è una cordata, la Imprenditori Associati, guidata dal presidente della Ferrari Luca di Montezemolo e da Piofrancesco Borghetti, cordata che annovera tra i suoi soci Alessandro Benetton, Diego Della Valle, la Hopa di Chicco Gnutti, Sanpaopolo-Imi, Interbanca e Centrobanca.
Dall'estero a dichiarare l'intenzione di scendere in pista è la franco-spagnola Altadis che, stando a voci di mercato, potrebbe allearsi con il fondo Equinox del manager siciliano Salvatore Mancuso. Sempre dall'estero potrebbero farsi avanti la British American Tobacco, la Japan Tobacco nonché la britannica Imperial Tobacco che già ha vinto la gara per la privatizzazione della tedesca Reemstma.