Il mercato americano continua a far soffrire i bilanci delle società del comparto fashion. Questa volta è toccato a Timberland, che per il secondo trimestre dell'esercizio in corso ha annunciato fatturato e utili in calo. Il marchio di calzature quotato al Nyse ha chiuso la seconda frazione dell'anno con un profitto di 4,9 milioni di dollari registrando una contrazione del 53% rispetto ai 10,5 milioni di dollari dello stesso periodo dell'esercizio precedente. In termini di eps (utili per azione), la performance è stata di 0,13 dollari a fronte dei precedenti 0,26 dollari.
La diminuzione delle vendite è riconducibile essenzialmente alla crisi del mercato statunitense, dove il fatturato è calato dell'11,1% a quota 125,9 milioni di dollari da 141,6 milioni di dollari. Diametralmente opposta la tendenza registrata all'estero. Fuori dagli Usa le vendite della società sono cresciute, infatti, del 10,7% passando da 59,3 a 65,7 milioni di dollari anche grazie alla debolezza del biglietto verde nei mercati valutari.
Nel primo semestre i ricavi hanno evidenziato un calo del 6,5% a quota 417,2 milioni di dollari. Per la seconda metà dell'esercizio la società ha confermato l'obiettivo di una crescita intorno al 5% accompagnata da «consistenti» margini operativi.