Il 2002 non è partito bene per i produttori italiani di oreficeria e gioielli. Nel primo trimestre dell'anno, secondo le stime diffuse dal Centro promozione a servizi del distretto di Arezzo, leader di settore con 3 miliardi di euro di ricavi per il 66% realizzati sui mercati esteri, le esportazioni sono calate del 10,3% a livello nazionale. Una flessione che segue quella analoga (-9%) registrata nel 2001, quando le difficoltà dell'economia mondiale e il dopo-11 settembre determinarono una brusca inversione di tendenza rispetto alla forte crescita (+23%) dell'anno precedente.
Il trend negativo è dunque proseguito nel 2002, facendo passare il valore delle esportazioni italiane dei primi tre mesi da 1,258 a 1,129 miliardi di euro. Le cose sono andate un po' meglio nel distretto aretino, che ha segnato un arretramento del 5,4% anche in questo caso in linea con il -5,8% registrato nel 2001. Tra le cause le incertezze sulla ripresa dell'economia mondiale l'anomalo livello degli acquisti effettuati nel corso del 2000 e, anche se solo marginalmente, l'aumento del prezzo dell'oro. Manca ancora all'appello, purtroppo, l'effetto della rivalutazione dell'euro sul dollaro di questi ultimi mesi che, come sottolinea l'indagine, rischia di penalizzare ulteriormente le esportazioni del settore.
Alla flessione contenuta del principale mercato di sbocco delle produzioni italiane,gli Stati Uniti (-2,9%), nel primo trimestre dell'anno ha fatto riscontro un sensibile incremento delle vendite nell'area Nafta, in Messico (+47,9%) e Canada (+32,8%).