Se qualcuno avesse pronosticato, un paio d'anni fa, che un'azienda del pr�t-à-porter avrebbe superato, alla Borsa di Stoccolma, il colosso delle infrastrutture per tlc Ericsson, sarebbe stato preso per matto. E invece, dopo il crollo dei tecnologici e la discesa a picco del titolo del gigante svedese della telefonia, la maggiore società rappresentata sul mercato svedese è negli ultimi tempi la Hennes & Mauritz, una catena di negozi che vendono indumenti ed abiti confezionati per uomo e per donna secondo il motto «moda giovane a basso prezzo».
La gestione 2000-2001 aveva già mostrato un aumento del 30% del fatturato per un totale di 46,5 miliardi di corone, mentre l'utile consolidato era stato di 5,7 miliardi di corone, di gran lunga superiore a quello pronosticato dagli analisti. Con il vento in poppa negli affari, propiziato da giuste scelte delle collezioni e da una linea di prezzi accessibile, la Hennes & Mauritz continua la sua marcia espansiva. Agli attuali 801 negozi distribuiti in 14 nazioni (manca l'Italia), se ne aggiungeranno altri 55 divisi fra Usa, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Francia, prima della fine dell' anno.
L'amministratore delegato di H&M, Rolf Eriksen, è molto soddisfatto dei risultati raggiunti fin ora. Per quanto riguarda i piani strategici futuri, la decisione rimane nelle mani della famiglia Persson che detiene la maggioranza dei voti. Stefan Persson, presidente della società detiene personalmente titoli per circa 60 miliardi di corone e quasi altrettanti sono in possesso dei suoi figli.