L'allarme lanciato da Tiffany scatena un altro scossone sulle quotazioni del comparto luxury internazionale. Per il secondo semestre dell'esercizio in corso, il gioielliere newyorkese ha annunciato, infatti, che gli utili si attesteranno al limite minimo dell'intervallo precedentemente stimato a causa dell'andamento piuttosto debole delle vendite nelle boutique di nuova apertura e del calo della domanda in Giappone.
In particolare, la società ha dichiarato che, a parità di rete distributiva, le vendite nei primi due mesi del trimestre sono state sostanzialmente piatte nel mercato statunitense e in contrazione del 13% (in valuta locale) in quello giapponese. Di conseguenza, il volume d'affari per la seconda frazione dell'esercizio è atteso poco al di sopra di 371 milioni di dollari, la cifra raggiunta nello stesso periodo dello scorso anno.
A Wall Street i titoli di Tiffany hanno cominciato a crollare nel finale di seduta di martedì (-9,2%) per poi continuare a precipitare anche alla metà seduta di ieri al prezzo di 29,22 dollari (-4,17%).