Sulla sua casa di moda Max Mara Fashion Group non sembra soffiare il vento freddo della crisi. Il calo dei consumi, lo shock post 11 settembre, la scomparsa del turismo d'affari nelle grandi città non hanno pesato più di tanto. Per molti è stato un anno da dimenticare, ma Max Mara è riuscito a chiudere il bilancio 2001 con un fatturato di 1.033 milioni di euro, in crescita del 4,5% rispetto al 2000. E quest'anno il giro d'affari potrebbe salire ancora del 5-6%. «Per il 2002 abbiamo fissato un budget conservativo», ha dichiarato Luigi Maramotti, amministratore delegato di Max Mara. Una crescita sostenuta con l'autofinanziamento e con strategie di lungo periodo dove per ora non trova spazio l'ipotesi di quotazione a Piazza Affari.
Le radici sono ben salde nel distretto della moda emiliana; qui lungo la via Emilia i mercati esteri sono uno degli sbocchi naturali delle produzioni. Max Mara esporta infatti oltre confine il 43% della produzione, con una presenza in 1.240 boutique in 90 Paesi del mondo con più di 40 collezioni a marchi. Tra le brand che sfilano nelle più belle vie della moda di tutto il mondo, oltre Max Mara, ci sono quelle di Marina Rinaldi, Max & Co, Marella, Sportmax, Pennyblack, Blues, Weekend, Pianoforte e Maxima.