Zac Posen, Jennifer Dwin e Franklin Howe sono nomi sconosciuti per chi non segue la moda di professione. Tutti e tre però, in maniera differente, sono fenomeni del mondo della «moda nuova», quella dei designer emergenti. Le vendite nel settore del lusso, ormai si sa, non vanno bene quest'anno e questo spinge i retailer del lusso americani a cercare strade alternative.
Un po' per colpa degli attacchi terroristici dell'11 settembre e un po' per via della recessione e del calo della fiducia, i consumatori sono diventati meno spendaccioni, più esigenti e non si accontentano più dei grandi nomi. Così nel mondo della grande e della piccola distribuzione c'è gran fermento per quanto riguarda le proposte di stilisti emergenti e grandi magazzini e boutique danno sempre più spazio agli astri nascenti.
Già da qualche anno Bloomingdale's ha un settore dedicato ai nuovi designer per la donna, chiamato Paradox, e altri come Bergdorf Goodman e Barneys continuano a infoltire le proprie liste di stilisti esordienti. La chance di diventare dei nuovi Yves Saint Laurent o Giorgio Armani però arriva non solo grazie al supporto di gruppi dalle spalle robuste come Neiman Marcus e Federated Department Stores, ma anche da associazioni not for profit che sponsorizzano la nascita di vere e proprie «incubatrici» di promesse della moda.