L'industria del legno-mobile – una filiera composta da 88mila imprese e 414mila addetti che esprime un fatturato aggregato di 38.755 milioni di euro – guarda con una certa apprensione al secondo semestre dell'anno. I destini congiunturali del settore si giocheranno sui mercati esteri. E per un sistema export-led, cioè #obbligato a esportare', la prospettiva non è delle più entusiasmanti. «è proprio sul fronte internazionale – spiega Paolo Lombardi, direttore di Federlegno-Arredo (l'associazione che rappresenta tutta la filiera) – che si deciderà il profilo del ciclo economico dei prossimi mesi.
L'inizio del 2002 è stato problematico: si è manifestato un rallentamento nel portafoglio ordini che non potrà non pesare sui risultati di fine anno. Anche attendendo una ripresa subito dopo l'estate, ormai il risultato economico di quest'anno è compromesso e certo non potrà riportare il settore ai tassi di crescita del recente passato». Il punto sullo stato di salute del settore è stato fatto a Sirmione, dove ieri si svolta l'assemblea annuale della Federazione, cui ha preso parte tra gli altri Luca di Montezemolo.
L'appuntamento ha segnato anche il passaggio di consegne tra Rodrigo Rodriquez, che per quattro anni ha retto le sorti della Federazione, e Roberto Snaidero, che gli subentra nella carica di presidente. Ma torniamo alle prospettive che attendono l'industria del legno-arredo nel prossimo futuro.