Di corteggiatori ne ha da tempo parecchi. Ma questa volta era sembrato che Furla fosse davvero vicina a cedere. In diversi, infatti, hanno notato una certa frequenza di incontri con Luca Cordero di Montezemolo, il presidente della Ferrari, che si dice sia interessato a rilevare una partecipazione di minoranza nell'azienda di pelletteria guidata da Giovanna Furlanetto. Proposta che si scontra con quella, per il controllo, che si racconta sia stata avanzata da Gucci. «Non stiamo considerando in questo momento una cessione né parziale né di maggioranza», dice Furlanetto, presidente a consigliere delegato.
Come sta andando Furla?
«Siamo sulle posizioni dello scorso anno e, con scenari come questi, è un buon andamento. Anche perché pensiamo che nel secondo semestre i nostri numeri cresceranno. Stiamo chiudendo adesso il bilancio 2001, che ha registrato un aumento di fatturato a 84,033 milioni di euro (+17,6%). II dato sulla redditività, invece, non è ancora disponibile».
Avete investito nei negozi monomarca. Con quali risultati?
«L'andamento è in linea con le attese. Il negozio diretto fa uscire allo scoperto tutto il potenziale della gamma, ma scegliere il monomarca o il department store dipende dal Paese in cui si intende distribuire, non abbiamo dei mix diversi. Nei department store ormai danno spazio soltanto se vendi e per un marchio come il nostro è una soddisfazione competere da solo con marchi acquisiti verso i quali vengono dirottati fiumi di comunicazione. Fanno gioco di catenaccio: le dò Vuitton se mi prende Dior, Gucci se prende anche Bottega Veneta… Emergere è sempre più difficile. E' questa la sfida».