C’è qualcosa di così stravagante, così insolito nel fenomeno Dior, che anche un ambiente, abituato a ragionare per eccessi e paradossi come la moda, fatica ad accettarlo. Come dicono i suoi critici «sembrano costumi per il teatro» e, forse, è questo il segreto di John Galliano, i funambolico creativo che ha immerso la venerabile maison parigina nella luce accecante della modernità.
Mentre Hedi Slimane, il giovane talento concettuale che affascina il pubblico più sofisticato, in nemmeno due anni ha trasformato in oggetto del desiderio la linea maschile del celebre marchio, ribattezzato Dior Homme.
Chiuso il 2001 con un fatturato di 350 milioni di euro (+18% rispetto all'anno precedente) se mantiene la crescita vertiginosa di questi ultimi mesi, la società potrebbe chiudere l'anno in corso a 400 milioni. «Alla fine di aprile, nelle boutiques Dior abbiamo registrato un aumento del 60% dice Sidney Toledano, presidente a amministratore delegato di Christian Dior Couture . Cresce il Far East, va fortissimo il Giappone a oggi siamo organizzati per rispondere velocemente a richieste produttive anche più importanti».
Negli obiettivi di Toledano, Dior Homme, che oggi contribuisce per il 10% del fatturato, in tre anni dovrebbe salire al 20%, grazie a una distribuzione selezionata i buyer scelti per l'uomo sono circa un centinaio e ad aperture mirate di negozi: il primo a Milano, in via Montenapoleone, il secondo a settembre in Rue Royal ed entro l'anno cinque corner tra New York a Los Angeles.