Riposizionato il marchio, sfoltite le partecipazioni finanziarie, cambiato il prodotto, diversificata l'attività e rivoluzionato il management: chi fosse rimasto alla Stefanel in rosso e in affanno d'un paio d'anni fa, faticherebbe oggi a riconoscerla.
L'acquisto (a metà con il gruppo commerciale Pam della famiglia Bastianello) di Nuance group, secondo operatore al mondo nel dettaglio aeroportuale a primo nei duty free, ha marcato e completato una svolta già in atto, che inciderà sullo stesso dna aziendale. Ieri Stefanel significava abbigliamento casual. Tra un mese, dopo la chiusura dell'operazione Nuance, significherà anche a soprattutto vendita al dettaglio per viaggiatori: cosmetici, tabacchi, accessori,gadget a oggettistica.
Anche le alleanze a Nordest sono significative: Stefanel è nel nocciolo di Antonveneta ed è appena entrata nel patto di controllo del quotidiano Il Gazzettino. E la diversificazione è tutt'altro che marginale. Nuance group, creato nel 1992 da Swissair che l'ha ceduto a Pam Stefanel per dare ossigeno alle proprie casse esangui, è una società sulla carta interessante. Ha 370 negozi in 19 Paesi di quattro continenti, e ha chiuso lo scorso anno con un fatturato di 1.179 milioni di euro.
Numeri che consentiranno all'azienda veneta di più che triplicare il giro d'affari: lo scorso anno (computato da marzo a febbraio) il gruppo ha fatturato 267 milioni di euro, in calo rispetto ai 284 del 2000 per la chiusura dei rami secchi come la joint venture con Calvin Klein, la linea Kid a la linea donna Interpol. è così tornato l'utile, di 1,1 milioni di euro a fronte di una perdita di 9,7 milioni nell'anno precedente.