Cade in prossimità del traguardo il progetto di un grande polo del lusso costruito attorno alle due più prestigiose griffe italiane, Gucci e Bulgari. La proposta era partita dall'azienda di Domenico De Sole, protagonista negli ultimi tempi di una campagna acquisti senza precedenti che l'ha vista mettere insieme una mezza dozzina di grandi marchi internazionali. L'offerta della Gucci era di quelle alle quali è difficile dire di no: quasi 2 miliardi di euro per la quota di proprietà della famiglia Bulgari, che ammonta a poco più del 56% del capitale a somma le quote di Nicola Bulgari (26,63%), del fratello Paolo Bulgari (25,62%) e dell'amministratore delegato Francesco Trapani (4,59%).
Considerato che l'acquisizione comporta un obbligo di Opa sul resto del capitale da parte della Gucci, l'impegno complessivo per De Sole si può stimare in circa 3,5 miliardi. L'amministratore delegato della Bulgari ha infatti posto la condizione di essere lui alla guida del polo derivante dall'acquisizione, ma su questo punto De Sole è stato irremovibile.
Entrambi i gruppi si lasciano alle spalle un 2001 parecchio deludente. Bulgari, pur portando a casa una crescita dei ricavi del 13%, ha accusato una forte caduta nella redditività (utile netto in calo del 28%). Il mercato, inoltre, non ha gradito la lentezza con la quale la società ha reagito ai mutamenti di scenario conseguenti ai fatti dell'11 settembre, confermando target che non sono poi stati mantenuti. Non migliori le performance di Gucci, che ha visto scendere i profitti del 17,3%.