Gli occhiali, come anche i profumi, sono fra i pochi prodotti che le griffe continuano e presumibilmente continueranno a far produrre su licenza, ma sta di fatto che cercano comunque una forma di controllo, più formale che sostanziale, attraverso piccole partecipazioni societarie con i licenziatari. Secondo dati Pambianco, Armani che ha come licenziatario delle sue linee di occhiali Luxottica ha una partecipazione del 5% nel gruppo di Del Vecchio. La griffe Dolce & Gabbana ha acquisito il 6% di Marcolin. Il colosso francese Lvmh ha un 5% in De Rigo e Versace ha il 50% di IC Optics.
Ma esistono anche delle operazioni, molto isolate, dove anche i marchi e le griffe cercano di acquisire il know how produttivo e distributivo e riportano le licenze delle occhiali a casa. Così ha fatto It Holding che attraverso l'acquisizione dell'azienda Allison produce e distribuisce in proprio gli occhiali di Ferrè e Malo, oltre a realizzare su licenza un certo numero di marchi esterni. Anche Prada ha messo insieme con De Rigo una società distributiva per l'Italia, la Eid, di cui detiene il 49% oltre ad avere il 15% del capitale della De Rigo.
‘’Le griffe tendono a riportare le licenze dei prodotti all'interno del gruppo conferma Carlo Pambianco. Per l'abbigliamento uomo e donna il processo è quasi completo, mentre per le calzature e la pelletteria si è in una fase intermedia. Ma il trend è questo visto che i licenziatari non hanno grandi capacità distributive e poi perché sono piccoli. Per gli occhiali il discorso è diverso. I licenziatari hanno due grossi punti di forza: da un lato hanno un forte know how industriale e fanno ingenti investimenti produttivi e dall'altro hanno forza distributiva in un canale completamente diverso da quello dell'abbigliamento, quello degli ottici e della grande distribuzione’’.