E adesso la sfida si è spostata sul design. Dopo gli anni effervescenti e costosi della moda, toccherà ora all’arredamento e agli accessori per la casa vivere un periodo di riorganizzazione e ristrutturazione. I primi segnali ci sono già stati: Venini, produttrice di vetro artistico, è stata comprata dalla Italian luxury Industries di Giancarlo Chimento e Giuliano Tabacchi; Unopiù, azienda di arredamento per esterni, è finita nell’orbita del fondo Opera (per il 50% è partecipato da Bulgari), al quale, peraltro, sarebbe piaciuto portarsia casa anche Venini. Ed entrambi i gruppi acquirenti risultano essere in trattative per nuove operazioni.
Renato Preti, promotore e azionista di Opera, non ha dubbi sul fatto che nei prossimi anni il design vivrà la stessa esperienza della moda, e pensa che questo movimento sia stato spinto anche dall’11 settembre. «In generale, dice Preti, il settore dell’arredamento e del design presenta opportunità dal lato dell’offerta perché non ci sono colossi, c’è carenza di management e di risorse e il sistema di distribuzione è arretrato. Com’era la moda quindici anni fa».
«Dopo l’attacco alle Torri gemelle di New York, prosegue Preti, si sono create opportunità anche dal lato della domanda: le persone continuano a spendere nel lusso ma cercano prodotti che procurino meno senso di colpa, si orientano verso un piacere più intimo e la casa è diventata più centrale. Non solo: sta crescendo l’importanza della seconda casa che ormai è diventata il luogo dove si svolge la vita sociale e, per questo, deve essere persino più accogliente di quella in città».