Domenico Dolce e Stefano Gabbana decollano. Prevedono per marzo 2005 che il fatturato wholesale raddoppi, superando il miliardo di euro. Nell’esercizio che termina il 31 marzo 2002 il preconsuntivo si aggira su un fatturato consolidato di 310 milioni di euro (+45,3%), un mol di 42,91 milioni (+47,4%) e un reddito operativo raddoppiato a 34,91 milioni. Alla stessa data il fatturato wholesale, che include i ricavi dei licenziatari, registra un +28% a 532 milioni di euro. Numeri che li posizionano tra i big della moda.
Tra due anni si celebra il ventennale della fondazione dell’azienda e seppur corteggiatissimi da Gucci e LVMH hanno deciso di non vendere e di avere successo da soli. ‘…Mangiare più di tanto non si può perché si ingrassa’ – sostiene Gabbana. ‘..Chi si vende poi si pente’ – rincara Dolce.
La Dolce & Gabbana si sta strutturando come una vera e propria industria, gestendo in proprio anche la produzione dell’abbigliamento e degli accessori con due stabilimenti a Legnano e Incisa Valdarno. E in azienda è stato ovviamente inserito il management, ‘angeli custodi’ come la coppia di stilisti li definisce.
Un pensiero alla Borsa? Lo stanno valutando e sono certi che le loro azioni andrebbero a ruba, grazie al rapporto stupendo che hanno con la gente. Per quanto riguarda, infine, l’avvenire dei giovani creativi nella moda i due sono convinti che sulle nuove generazioni ha pesato il fatto che se negli anni ’80 la lotta si faceva a colpi di vestiti, nel decennio successivo a dettare legge sono stati i soldi. E così le aziende non danno la possibilità ai giovani di crescere. In futuro forse li alleveranno loro… ma solo se sarà entusiasmante.