La moda italiana punta sull’autunno 2002 per il rilancio, dopo avere già archiviato una flessione degli ordini per la primavera-estate. Lo ha dichiarato oggi, all’inaugurazione di Momi-Modamilano, Vittorio Giulini , presidente di Sistema Moda Italia, l’associazione di rappresentanza degli industriali della moda e del tessile-abbigliamento. "La ripresa – ha detto – avverrà nel segno dei nuovi valori legati alla moda. Non più il lusso, l’effimero, l’ostentazione e l’estetismo esasperato, bensì una qualità fatta di contenuti reali, l’impegno culturale, sociale e ambientale delle case produttrici, e naturalmente la creatività, l’originalità e la professionalità del made in Italy". Pertanto "la moda deve pensare a nuove forme di comunicazione. Dopo l’11 settembre la società è cambiata, e anche la moda non è più quella di prima ".
Il prét-a-porter femminile rappresenta la fetta più grossa della produzione italiana di moda. Nel 2001, secondo le stime di Smi, ha messo a segno un fatturato di 11,81 miliardi di euro (+2,9% rispetto al 2000). Questo grazie alla eccellente performance dei primi nove mesi dell’anno, superiore alle aspettative, che ha ridotto l’impatto della brusca frenata seguita all’11 settembre.
Abbigliamento esterno femminile – L’industria italiana dell’abbigliamento esterno femminile, dopo aver archiviato il 2000 con risultati molto positivi, è stimata aver chiuso il 2001 ancora in crescita, anche se con ritmi più contenuti, a causa del rallentamento delle vendite del secondo semestre sia sul mercato interno, sia all’estero. Il 2001 si è infatti caratterizzato per un profilo a "V" rovesciata: ancora molto dinamico nella prima parte dell’anno, in decelerazione nella seconda.
L’andamento si è riflesso nel ritmo di sviluppo del fatturato settoriale, passato dal +7,2% del 2000 al + 2,9% del 2001, con vendite superiori agli 11,8 miliardi di euro – un quarto del fatturato complessivo del tessile-abbigliamento italiano – e un attivo commerciale superiore ai 4,3 miliardi di euro.
Sul mercato interno i consumi di abbigliamento esterno femminile si stima abbiano chiuso la stagione autunno/inverno 2001-02 con lievi incrementi di prezzo (2,1%), ma con volumi stazionari. La crescita complessiva della spesa è quindi stimata inferiore al 2%, risultato comunque positivo in quanto ottenuto dopo una stagione, quella 2000-01, che aveva registrato la performance più brillante degli ultimi anni.
Abbigliamento intimo e costumi da bagno femminili – Le stime dicono che questo settore ha chiuso il 2001 con un fatturato di 1.357 milioni di euro, confermando i livelli di vendita del 2000. Le vendite estere (oltre il 46% del totale), dopo il balzo del 23% del 2000 hanno messo a segno una crescita dell’11,4% che ha compensato la flessione dei consumi sul mercato domestico, seguita a quattro anni di crescita ininterrotta.
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