Consolidata l'area del casual Fin.part punta al lusso. Quest'anno è nel mirino del gruppo la crescita di Cerruti che rientra nella divisione di quello che alla holding chiamano il #fashion luxury'. Intanto come conferma Gianluigi Facchini, presidente del gruppo quotato a Piazza Affari �Cerruti raggiungerà il break-even a livello operativo già nel corso di quest'anno�. Il marchio, acquisito l'anno scorso, ha realizzato nei primi nove mesi del 2001 un fatturato di 61,5 milioni di euro, con un margine operativo lordo negativo per 3 milioni di euro. L'obiettivo è di raddoppiare i ricavi entro il 2004.
Cerruti Holding insieme a Maska incidono sul giro d'affari di Fin.part per il 20%. L'altra faccia del lusso è quella rappresentata da Frette il marchio del tessile casa di alta gamma che con il 33% sui ricavi della holding sta dando buoni risultati di crescita. Ma il 47% del fatturato del gruppo è fatta con i marchi sportswear che fanno capo alla Pepper Industries e che come spiega Facchini «nel 2002 sta completando il ciclo di rilancio». Una identikit di gruppo che si è delineata l'anno scorso visto che solo nel 2000 il core business di Fin.part era rappresentato dalle attività alberghiere, il Bonaparte Hotel Group, ceduto poi nel novembre dello stesso anno.
Nel giro di due anni Gianluigi Facchini ha rigirato la Fin.part come un calzino e ne ha fatto una holding industriale della moda con un portafoglio di marchi che, secondo le stime preliminari, ha chiuso il 2001 con un fatturato di 415 milioni di euro (ad esclusione delle licenze) che ha segnato un +40%, contando l'acquisizione di Cerruti, la crescita interna e la dismissione del ramo alberghiero. Un aumento che si riduce al 24% a parità di perimetro di consolidamento. Le previsioni per il 2002 sono di arrivare a sfiorare i 500 milioni di euro. Ambiziosi programmi di crescita che hanno reso necessario uno sdoppiamento di ruoli in seno alla Fin.part.