Puntare sulle tendenze della moda per il tempo libero per confermare l’ottimo andamento dello scorso anno. E' questo l’obiettivo che si è prefissato Jochen Zeitz, amministratore delegato di Puma, la società tedesca di sportswear, per tentare di bissare l’exploit del 2001. Un anno d’oro con le azioni in grado di sprintare e crescere del 170%.
Negli ultimi tre anni le vendite di Puma sono cresciute del 20%, mentre quelle dei diretti competitor sono calate (Nike e Adidas hanno segnato un -10%). Zeitz è ritenuto l’enfant prodige dell’azienda tedesca: nel 1993, a soli 30 anni, prese in mano il business della società riuscendo a renderlo profittevole.
Nel 2001 Puma è stata l’azienda che ha riportato il più alto guadagno tra le società del Dax 30 che, dal canto suo, ha invece chiuso l’anno lasciando sul terreno il 18%. L’ottima performance di Puma è stata anche garantita grazie al mercato statunitense, dove le vendite incidono per il 18% sull’intero fatturato. Si pensava che, in seguito all’11 settembre, il giro di affari di Puma oltreoceano potesse subire un pesante arresto. Ma così non è stato. Anzi. “Puma è una di quelle società più attive della nostra industria”, ha confermato infatti John Shanley, analista americano di Wells Fargo Van Kasper, “la loro è stata una vera e propria invasione sul mercato statunitense”.