Per crescere in Cina, più che esportare bisogna investire». Ne sono convinti sostenitori alla Fornari, azienda di calzature e abbigliamento di fascia giovane, nota soprattutto per i marchi Fornarina e Nose. L’azienda marchigiana è da poco sbarcata sul mercato cinese attraverso l’acquisizione di un gruppo di società che già operavano nella produzione e distribuzione di abbigliamento e accessori a marchio Fornari.
E’ molto difficile vendere sul mercato cinese se non si ha una struttura produttiva sul posto» spiega Lino Fornari, amministratore delegato della Fornari, che dallo scorso ottobre ha costituito la Smarter Dragon, una nuova società che, posseduta al 75% da Fornari Asian Pacific e per il 25% da un partner locale.
La Smarter Dragon, che ha un organico di 800 persone, è una struttura integrata di design, produzione e struttura commerciale multicanale attraverso franchising e retail. Fornani dà il suo valore aggiunto nell’ufficio stile e nella politica di marketing.
Con l’acquisizione, del valore di 7,5 milioni di dollari Usa, sono passati alla Fornari 104 negozi, di cui i 42 di proprietà, dislocati nelle città più importanti di 26 province cinesi, da Pechino a Shangai, da Canton a Shenzen, da Chengdu alle città del Guangdong.
Insieme ai brand Barleycorn e Brain la Fornari spa a chiudere il 2001 a 80 milioni di euro (+25% rispetto al 2000).
Molto dinamica la divisione dell’abbigliamento che per quest’anno prevede un fatturato di 51,6 milioni di euro. Il grosso delle vendite viene fatto in Italia che occupa il 60% del totale.