Continuano a correre le voci sulla possibile cessione della Valentino al gruppo francese Frey, ma non arriva nessuna conferma dal quartier generale di Hdp a cui fa capo la griffe attraverso la Gft Net e neanche dai francesi. Sicuramente più gradito a Valentino e al suo socio potrebbe essere il passaggio della maison romana al gruppo Marzotto che sembra essere tornato nella lista dei potenziali acquirenti.
Intanto il giro d’affari della maison romana ha registrato nel 2001 una crescita a due cifre, che in valore si traduce in un fatturato di 130 milioni di euro rispetto ai 118,6 milioni di euro del 2000 che chiudeva con un risultato operativo negativo per 1,9 milioni di euro e con un netto in linea con l’anno precedente (negativo per 23,1 milioni di euro). Non si conoscono ancora gli utili dell’anno scorso.
A cavallo dell’ultimo biennio la società ha chiuso circa 45 accordi di licenza che oggi sono concentrati su Unilever per il profumo, Safilo per gli occhiali, il Gruppo Ratti per cravatte, foulard e tessuti di alta moda, con Hemmond per i jeans. Le pellicce vengono prodotte e distribuite da Civifur, l’unica licenza firmata l’anno scorso. Una decisa inversione di marcia, se si pensa che nel ‘99 nella totalità del business di Valentino, le licenze avevano un peso del 59% sul fatturato.
Ma il 2001 è stato fondamentale anche per il lancio sul mercato dei nuovi brand della maison e della nuova corporate identity delle linee Valentino, Valentino Roma e Valentino Garavani per uomo e donna.
sintesi dell’articolo di Rosa Tessa a cura di Pambianconews