Cucinelli archivia il 2001 con ricavi in crescita del 21% a 56,96 milioni di euro, di cui il 65% all’export, mentre i profitti prima delle imposte aumentano del 73% a 3,41 milioni di euro. Il gruppo umbro, specializzato nel cashmere d’alta gamma, stima per l’anno appena iniziato un ulteriore incremento dei ricavi e degli utili, rispettivamente del 9,7% a 62,49 milioni di euro e del 24% a quota 4,23 milioni.
«La crisi? Stiamo vivendo una fase naturale della vita economica: spariscono delle aziende e ne nascono altre», dice Brunello Cucinelli che ha creato un’azienda modello dove impiegati e operai (oggi 230, che saliranno di 30 unità quest’anno) non timbrano il cartellino.
La serenità dell’imprenditore perugino è determinata anche dalle vendite realizzate sulla collezione primavera-estate 2002. «Abbiamo già in casa — aggiunge — un incremento dei ricavi dell’8% nella stagione che per noi ha il peso minore: è in autunno-inverno, infatti, che si propongono i capi più importanti. A Pitti immagine ho incontrato tutti i clienti americani e mi hanno confermato che il sell-out è ottimo: certo bisogna fare sforzi enormi sulle collezioni per proporre prodotti innovativi: il rischio è che i capi diventino vecchi in fretta».
Cucinelli — che l’anno scorso ha investito 5,83 milioni di euro e che ha oneri finanziari pari al 2,52% del fatturato — sta anche puntando sulla crescita del marchio Saverio Palatella, diviso a metà fra lui e il giovane stilista. «Vorrei che diventasse un grande stilista-artigiano dice —: a Solomeo ha la fabbrica e lo staff con cui realizza il suo marchio, fatto al 75% di maglieria. Nel 2001 ha fatturato 3 milioni di euro e mi sembra un buon risultato».
sintesi dell’articolo di Paola Bottelli a cura di Pambianconews