Aprire le porte del museo di Palazzo Vecchio anche la domenica pomeriggio, grazie
a fondi di privati, è l’ultima iniziativa della Salvatore Ferragamo Italia spa. Ma non è l’unica. A ribadire il legame indissolubile di questa famiglia
con Firenze c’è anche la sponsorizzazione del Maggio musicale fiorentino, le mostre organizzate nello splendido Palazzo Spini Feroni, quartiere generale dell’azienda dal 1938, e quelle itineranti nei musei più importanti del mondo, i restauri delle statue del ponte di Santa Trinita e della Colonna della giustizia, innalzata dal granduca Cosimo I de’ Medici.
«Firenze è il cuore dell’impero dei Ferragamo» continua Ferruccio «ma cerchiamo di allargare sempre di più i nostri confini. Abbiamo 153 punti vendita monomarca e stiamo aprendo in città importanti come Barcellona, Cannes, Dusseldorf, Londra; raddoppiamo a New York, inaugurando una boutique a Soho. Dopo l’11 settembre, il mercato americano è calato ma la situazione, per quanto ci riguarda, non è preoccupante. Anche se il periodo delle vacche grasse è finito, sono convinto che riusciremo a mantenere il fatturato ai livelli dello scorso anno».
Impresa non da poco, perché i risultati consolidati per il 2001 sono stati di 1.250 miliardi di lire, il doppio dell’anno precedente. «La mia ricetta per superare questo momento di rallentamento globale» puntualizza Ferragamo «è quella di far diventare la mia azienda ancora più efficiente, accorciando i tempi tra l’ordine e la consegna, come pure lavorando sul prodotto e puntando come sempre sulla qualità e sulla coerenza del prodotto».
«Abbiamo acquistato la maison Ungaro qualche anno fa. E comprerei qualsiasi altra cosa sia realmente integrabile con la nostra realtà. Ma non credo nei poli del lusso troppo estesi, a chi si unisce solo per gonfiare i fatturati. La forza di un marchio, e quindi di un gruppo, sta nel non farsi rubare l’anima. Per questo noi puntiamo sul nostro studio interno per quanto riguarda lo stile e sui dirigenti di famiglia».
sintesi dell'articolo di Diamante D'Alessio a cura di Pambianconews