E' finita l'epoca della 'globalizzazione visuale': questa è la convinzione del marchio Prada che, tra l'altro, della uniformizzazione dello stile aveva fatto un must. Ora la famosa griffe milanese ha fiutato la nuova tendenza che sta contagiando i negozi e gioca d'anticipo annunciando ''una nuova era all'insegna della personalizzazione degli spazi di vendita''.
Dopo la megaboutique di Capri, è stata la volta del nuovo negozio di Aspen, in Colorado, e quindi dello store di New York, inaugurato con grandi fanfare sabato scorso. ''La globalizzazione – spiega Miuccia Prada – sta omologando il gusto, ma c'è nell'aria la voglia di recuperare i valori delle culture e delle tradizioni locali, di trovare stimoli diversi in città e ambienti differenti. C'è voglia di personalizzazione, un desiderio di ritrovare le radici nei luoghi quotidiani e di scoprire al contempo emozioni nuove, frutto della cultura di ogni singolo paese, nelle diverse città del mondo''.
Questo sforzo di diversificare gli arredi dei negozi Prada sembra qualcosa di più di una semplice strategia commerciale, legata a una fase indubbiamente difficile, per la moda in generale e per il marchio milanese in particolare: che Miuccia sia ormai pronta – si chiede qualcuno – a lanciarsi nei prodotti d'arredamento, naturalmente raffinati e minimalisti?
sintesi dell'articolo di Roberta Filippini a cura di Pambianconews