Azienda ormai storica nel panorama delle calzature in Italia, Casadei adesso è quasi unica nel suo genere, visto che moltissimi grossi marchi a conduzione familiare stanno passando nelle mani dei potenti gruppi della moda.
Il corteggiamento da parte di Prada è cessato un anno fa, com'è cessata la produzione delle scarpe griffate Jil Sander.
E tra le mosse future dell'azienda romagnola ci sono quelle della riorganizzazione del mercato nel Far East, con il ritiro di alcune licenze poco proficue per l'immagine del marchio, l'apertura del nuovo stabilimento (8000 mq) a San Mauro che raccoglierà la produzione di tutte le linee fino ad oggi confezionate in tre punti diversi, e la nascita di una collezione maschile. Infine anche l'apertura di un nuovo negozio a Parigi. Con un fatturato di 55 miliardi (28,4 milioni di euro), e un utile del 5%, la Casadei Spa da lavoro a circa duecento dipendenti. Per il 2001 le previsioni sono di arrivare a fatturare 65 miliardi (33,56 milioni di euro).
«La crisi americana � racconta Cesare Casadei � l'abbiamo sentita, anche se in maniera decisamente inferiore alle aspettative». Tre gli showrooms, a Milano, New York e Duesseldorf. Sette i monomarca, cinque dei quali di proprietà, a Milano in via Sant'Andrea, a Firenze, Rimini, Ferrara, Mosca, San Pietroburgo e Gedda. E poi la distribuzione ripartita in circa 400 punti vendita in Italia e oltre 600 all'estero.
A oggi l'esportazione rappresenta il 70% del fatturato dell'azienda.
sintesi dell'articolo di Renata Fontanelli a cura di Pambianconews