Le principali firme della moda italiana battono la concorrenza europea anche nei momenti difficili dell'economia internazionale. E pur vedendo contrarsi gli utili tiene testa alle griffe estere in termini di aumento di fatturato. Lo conferma il confronto, realizzato dallo studio Pambianco, tra i risultati semestrali delle aziende quotate.
Nei primi sei mesi dell'anno il fatturato complessivo delle migliori firme del 'made in Italy' è aumentato del 17%, a circa 7 miliardi di euro, contro l'incremento del 13,5%, a 7,1 miliardi di euro, fatto registrare dal campione delle imprese europee.
La crescita del fatturato non è stata tuttavia accompagnata da un corrispondente incremento dei principali indici di redditività. Situazione che peraltro rivela un andamento più brillante rispetto ai concorrenti europei. E così se il margine operativo lordo delle aziende italiane è sceso, nel primo semestre 2001, dal 13,2% al 12,1%, in Europa è passato dal 15,1% al 12,5%.
Situazione analoga per l'utile netto, ridotto per le società italiane dal 9,9% al 7,7% contro la contrazione dal 6,5% al 4,2% fatta registrare dal campione europeo. La crescita del fatturato in un mercato sostanzialmente statico, si osserva nell'analisi condotta da Pambianco, dipende tuttavia essenzialmente dalla politica delle aggregazioni.
Strategia che comporta inoltre significativi investimenti per lo sviluppo e il rilancio dei marchi acquisiti. Ecco di seguito la 'top ten' delle aziende italiane della moda estratta dal campione utilizzato nel rapporto Pambianco (le aziende europee utilizzate per il confronto sono Escada, Hermes, Hugo Boss e LVMH).
'TOP TEN' ITALIA società fatt. primo variazione quotata semes. (mln euro) percentuale -Mariella Burani 109 58,7 -Safilo 487 38,4 -Fin.Part 184 37,8 -Bulgari 359 31,9 -Tod's 146 26,7 -Marcolin 83 25,9 -Mirato 56 25,5 -Luxottica 1.571 24,9 -Rotondi Ev. 38 22,0 -It Holding 248 21,4.