Mandarina duck, che ha archiviato il 2000 a quota 167 miliardi di lire di fatturato con 13 miliardi di utile, punta a raggiungere quota 200 miliardi di lire di turnover nel 2001. I primi segnali della crescita sono stati registrati al termine del primo quadrimestre dell'anno quando il segmento pelletteria ha realizzato un primo incremento del 26%, a seguire la conferma con le analisi relative al primo semestre che hanno evidenziato una crescita del gruppo del 40%.
E se il progetto retail si arricchisce di ambiziose location come la previsione di un negozio a Berlino e dello spazio romano, ex boutique Calvin Klein in via Borgognona 49, in apertura in primavera, anche il segmento franchising decolla con l'obiettivo di raggiungere un totale di 140 negozi, di cui la metà all'estero, 15 solo in Spagna, entro due anni.
Con 1,4 milioni di prodotti annui Mandarina duck si prepara ora a spaziare attraverso nuovi segmenti merceologici grazie all'arrivo del nuovo art director George Gottl.
«Mandarina duck», ha spiegato Gottl, «è un marchio dalle altissime potenzialità per la sua capacità di fondere design e praticità in pezzi destinati a durare nel tempo. Ogni progetto incontra così il desiderio del pubblico con idee intelligenti come, per esempio, la nuova linea di gioielli Ducks, ogni pezzo può essere indossato in diversi modi». Realizzati in argento 925, i nuovi gioielli saranno disponibili in 18 modelli dagli anelli alle spille senza dimenticare orecchini, bracciali e collane.
Ma le novità non si esauriscono qui, il marchio bolognese si prepara a irrompere anche sul mercato degli orologi grazie alla partnership siglata con Seiko per la produzione di timepieces. Dalla primavera del 2002 Mandarina duck punta a realizzare il primo anno un fatturato di 13 milioni di dollari e a raggiungere i 22 entro il terzo anno.
sintesi dell'articolo di Barbara Rodeschini a cura di Pambianconews