Dopo l'attacco terroristico dell'11 settembre tutti i big della moda hanno accusato cali del fatturato tra il 20 e il 25% nei negozi americani. Eppure, fino a oggi, nessuno ha avuto intenzione di rivedere i piani di investimento a medio termine. Semmai quelli a breve termine sono rimandati di qualche mese e i budget pubblicitari sono stati limitati, con Prada che per primo ha deciso un taglio di 50 miliardi.
Lvmh, manterrà il programma di aperture dei negozi e anche Gucci ha deciso di non rinviare il maxipiano di sviluppo di 40 punti vendita per Yves Saint Laurent.
Insomma, le aziende per ora tamponano l'effetto della diminuzione delle vendite senza provvedimenti drastici.
“La crisi produrrà una selezione sul mercato e a soffrire saranno soprattutto i gruppi più deboli”, dice Carlo Pambianco, che cura un osservatorio sul settore del lusso. E aggiunge: ” Il rallentamento dell'economia tra luglio e settembre aveva dato impulso alle operazioni di m&a che ora subiranno un'accelerazione ulteriore”. La crisi favorirà la concentrazione. Secondo gli esperti, in questo momento, le acquisizioni si fanno già con uno sconto del 20% rispetto a tre mesi fa.
sintesi dell'articolo di Daniela Polizzi a cura di Pambianconews